martedì 25 settembre 2007

Vajont. Un nuovo paesaggio per fare memoria

Il tema è sempre attuale. E fare memoria fa sempre bene. A Treviso, a palazzo Bomben, (quartier generale della Fondazione Benetton), c'è una mostra (gratuita) sul Vajont, fino al 7 ottobre. No, non è una spataffiata su come e cosa è successo (il che, comunque, è sempre bene ricordarlo). E' l'esposizione dei progetti che hanno partecipato a una gara d'idee per sistemare l'area intorno alla diga e alla palestra di roccia lì vicino, data la mole sempre più consistente di visitatori. Bene così. Si riqualifica l'area, si favorisce l'armonia con il territorio e, non ultimo, il turismo, in zone in cui la bellezza sa ancora un po' di selvaggio.


L'altra chicca è un documentario di un quarto d'ora, ripescato nella cineteca di Bologna e visibile nelle sale della mostra. Si chiama "Uomini sul Vajont". Girato nel '59 da Luciano Ricci, mostra il lavoro quotidiano degli operai. A me ha fatto quasi sorridere nel suo stile trionfalistico, erede di quegli stilemi tipici della narrazione fascista. Gli operai sono descritti come eroi, anche se a volte paiono più che altro funamboli, alla faccia delle leggi odierne sulla sicurezza nei cantieri.


Il documentario è stato premiato alla mostra del cinema di Venezia, nel 1960. Non era spiegato perchè. Non so quali fossero i concorrenti. Però c'è anche da dire che quel conte Vittorio Cini che tanto ha fatto per la Serenissima e per il cinema in laguna, era pure uno dei maggiori azionisti della Sade, la società idroelettrica privata che ha voluto e fatto costruire la diga del Vajont, prima di (ri-)venderla alla neonata Enel ... una casualità?


foto da: erto.it

Cosa mi metto in saccoccia (/1 ?). Impressioni post-BarCamp

Primo (ma forse non ultimo) post sul non-ritrovo di non-conferenze di blogger in Ghirada …

Web “duepuntozero”. E poi social-network, blog cooperativi, aziendali, blog e marketing. Senza dimenticare Twitter e OpenId. E blog come testate di informazioni. Due giorni al Ghirada BarCamp e la mia mente si è riempita. Non solo di parole nuove, sarebbe riduttivo. Di volti, di spunti, soprattutto. Social network è stata la base, la cornice, il contenuto: ovvero l’arte di costruire relazioni, esperienze, conoscenze attraverso i nuovi strumenti partecipativi. Attraverso la rete, diventare la rete. Forse nessuno capisce bene ancora cosa sia questa nuova “bestia”, quali confini abbia, e se ce ne siano. Ci si interroga, lo si fa ai BarCamp, e si costruisce la realtà, reale e virtuale. Si mettono le mani in pasta.

Come il sito Alcamo.it, blog collettivo, ex-portale, ‘supervisionato’ da Vincenzo Caico. Trenta autori, ma quasi nessuno di loro è giornalista. Scrivono di questo piccolo centro poco distante da Palermo, dei suoi problemi, iniziative, tendenze. A volte pubblicano notizie prima dei media tradizionali. Qualcuno li ha definiti, nei commenti, “la parte più limpida della città”. Danno notizie, fanno notizia. Sono utili.
Non oso chiamarlo CitizenJournalism (qualcuno di mia conoscenza avrebbe da ridire, e sarei pure d'accordo). Però è una cosa piccola e allo stesso tempo grande, che fa pensare a come sta già evolvendo ed evolverà il modo di fare giornalismo.
A chi fosse interessato, consiglio di farsi un giro pure su Gorizia Oggi: una giornalista - Annalisa Turel - , un blog. Scrivere, editare, pubblicare. In modo semplice, ma soprattutto con notizie che arrivano prima dei media tradizionali, se non in tempo reale.
Ecco, mi piacerebbe capirne un po' di più. Capire se è uno dei futuri possibili, praticabili. A livello tecnico, i mezzi ci sono. Un giornalista capace, professionale, può sperare di esercitare così la professione? Si può “vivere di notizie” in questo modo?
Vincenzo Caico, che conosce Annalisa Turel, racconta che alcuni sponsor sostengono il sito. Può bastare?

Lascio aperte le domande. Ovviamente, non è finita qui :-P

domenica 23 settembre 2007

Ghirada BarCamp - Day One (22sept)


La foto del giorno: Luca Conti (Pandemia) ripreso e intervistato dal "cameraman" di TheBlogTv.

PS: le altre foto della giornata su Picasa, nella sezione Images del blog :-D

Posted by Picasa

giovedì 20 settembre 2007

It's time to go (quasi)!




La Ghirada ci aspetta. I partecipanti sembrano aumentare. Io sono pronta al mio ruolo di curiosa. Con telecamera (forse).

Adelante, pedro, pero con juicio!

Chi viene?

Nuovi amori?


La gentile signora sembra però non gradire cotante manifestazioni d'affetto, a sentire il Corriere di oggi (che non riesco a linkare) ...
foto da: lefigaro.fr

giovedì 13 settembre 2007

Un giorno di ordinaria follia

Ritratto verosimile anche se non del tutto veritiero, liberamente ispirato dall'osservazione etno-antropologica condotta da me medesima in redazione durante lo stage...

Ore 7.30, l'alba: le coraggiose e irriducibili vedette del mattino aprono i rubinetti dell'informazione. Il gruppo è piccolo e sparuto, gli occhi ancora semichiusi, l'umore non è dei migliori ... prima di mezzogiorno sono già quasi tutti divorati dai crampi della fame. Aspettano solo che arrivi il grosso della truppa per iniziare a tempestare il bar di telefonate, affinchè giunga infine il cameriere-pinguino (camicia bianca, grembiule e gilet con doppia punta dietro, tipo frac, neri) con il suo vassoio di caffè-spremmute-cappuccini-brioches ...

Ore 8.00 - Ore 9.00 - Ore 9.30, tutti ai propri posti: fa il suo ingresso, scaglionata, la maggior parte della cavalleria. Conseguenze: nei giorni peggiori già alle 9.00 non si trova più nessuna copia dei quotidiani principali nello scaffale adibito a contenitore per la mazzetta di redazione. In compenso al pomeriggio, uscendo, è facile scorgere su qualche scrivania anche due-tre quotidiani diversi, di cui si intuisce che, forse, ne è stato sfogliato solo uno. Aumenta il sottofondo di ticchettio da tastiera. Ogni tanto un gallo canta o un bimbo piccolo ride, sulle note di un loop da discoteca anni '80. Niente paura. Sono solo le suonerie dei cellulari (quella con il gallo è del mio capo!).

Ore 10,30, last but not least: furtivamente, si intrufolano ai desk gli ultimi redattori. Sono le retroguardie. Forse hanno dormito di più, ma saranno gli "ultimi a uscire", con l'onore e l'onere di finire il turno e presidiare le postazioni nel caso scoppi la terza guerra mondiale e ci sia bisogno di comunicarlo al mondo. Ma solo se succede entro le 20 di sera. Chissà se si ricordano di spegnere la luce, andandosene.
Nel frattempo, si sono già alternati tre-quattro camerieri pinguini con i loro vassoi e le tazzine coperte dalla stagnola, sennò nel trasporto si fredda tutto, ecchedìamine!

Poi tutto liscio. Gli incastri per decidere i turni del pranzo e non lasciare il forte abbandonato sono degni, però, delle più intricate strategie militari.

I pinguini vanno e vengono, intanto.

Ore 16.00: pronti, via! : le vedette del mattino hanno finito il loro compito. Scattano verso l'esterno, protese verso impegni-palestra-spesa-figli-ecc ... Il cambio della guardia non è esattamente visibile come quello di Buckingham Palace. Anzi, quelli che escono senza salutare non vengono ricambiati. Non per orgoglio. E' solo che la redazione comincia ad assumere le fattezze di un porto di mare. C'è chi viene e c'è chi va. Se si esce nel silenzio è probabile che nessuno se ne sia accorto che siete andati via.
A scanso di equivoci, sennò sembra un posto di freddi droidi, c'è comunque chi saluta e viene affettuosamente ricambiato, anche solo con un cenno della mano da chi ha ancora il didietro attaccato alla sedia e gli occhi fissi su almeno due monitor.

Ore 17,30 - 18.00 - 19.00, rompete le righe: è l'ora X. Fuori l'aria ha raggiunto ormai il picco di inquinamento quotidiano, le strade sono intasate dal traffico, bus e tram assomigliano a scatole di sardine ...

Ore 19.00 - 20.00: gli ultimi ri(n)tocchi ... all'orizzonte c'è già la donna delle pulizie.

Ps: ad allietare le danze, arrivano una tantum, come manna dal cielo, leccornie di svariato tipo, prede di missioni da inviati speciali a quattro angoli d'Europa, souvenir di vacanze esotiche o condivisione di prodotti tipici dai più svariati angoli d'Italia dopo visite più o meno vacanziere dei redattori alle rispettive famiglie. In fondo, la mamma è sempre la mamma!

martedì 11 settembre 2007

E voi dove eravate?

Prendo spunto da questo blog per appuntare su questo trabiccolo virtuale dov'ero io l'11 settembre 2001. Un post piccolo, perchè è poco importante dove fossi io in quel momento. Ma credo sia più importate, per tutti, ricordare il modo in cui ci ha investito la notizia e le sensazioni che ne sono nate.
Per me è stata una cosa "a scoppio ritardato". Come l'onda del Vajont quando ha scavalcato la diga, più o meno: prima, si racconta, è arrivata una massa d'aria potentissima, incanalata nella valle e spinta dal movimento dell'acqua. Una massa d'aria che è arrivata come vento pesante nelle strade di Longarone, senza però che la gente riuscisse ancora a capire cosa stava per succedere.
Io l'11 settembre 2001, nel primo pomeriggio, ero in piazza dei Signori, a Treviso, con delle amiche. Stavamo guardando le vetrine di una libreria con orario continuato, forse per farci venire l'idea per un qualche regalo. A una delle mie amiche è arrivato un sms da sua sorella, con la notizia dell'attacco alla prima torre. Un sms pesante come la massa d'aria del Vajont.
Ma io, lì per lì, complice forse l'assenza di dettagli precisi, non ci ho dato troppo peso. "Sarà un altro di quegli innumerevoli bisticci tra stati che si pestano continuamente i piedi. Sarà il solito mitomane", ho più o meno pensato.
Poco dopo sono tornata a casa. Ho acceso la tele.
Non era il solito mitomane.
E le immagini della tv mi hanno investito come l'onda del Vajont.

E voi, dove eravate?

lunedì 10 settembre 2007

In ordine sparso

Settembre. Come gennaio, ispira propositi più o meno volenterosi per la produttiva stagione invernale che si prospetta innanzi (ammirare il linguaggio forbito, please!)
Orbene, urge fare un elenco. Rigorosamente in ordine sparso:
- Cornice: inizia il secondo anno di master. Ne avremo fino ad aprile. Poi quattro mesi di stage. Poi chiusura del master. Poi esame di Stato. Poi ... officially unemployed! ... a meno che, nel frattempo ...
- 22-23 settembre: primo BarCamp a Treviso ... roba da blogger, ma non solo ... ho una voglia matta di metterci dentro il naso. Con me, per ora, la mia amica quasi-pr fresca fresca (in tutti i sensi) di stage a Bruxelles. Come, non sapete cos'è un BarCamp? Beh, neanch'io lo so di preciso. Sul sito di quello che si terrà in Ghirada si legge:
"Una non-conferenza nata dal desiderio delle persone di condividere e apprendere in un ambiente aperto e libero. Un evento intenso con discussioni, demo e molta interazione tra i partecipanti. Se hai qualcosa da condividere o il desiderio di imparare sei benvenuto e invitato a partecipare"... insomma il tentativo di portare nella realtà fisica, con degli eventi, il "metodo" di conoscenza-partecipazione-discussione (social network?) che tanto si sta sviluppando nella rete. Nessuno in cattedra. Condivisione di saperi ed esperienze. Amen. Altri partecipanti sono benvenuti.
- ho trovato una palestra di judo logisticamente comoda qui a Milano (fregherà niente a nessuno, ma volevo dirlo lo stesso) ... e forse ci trascino pure Paperino (quello della 'disavventura a Garlasco') ... mercoledì si inizia!
- con oggi si è aperta l'ultima settimana di stage in Reuters ... :-( ... considerazioni finali rimandate a data da destinarsi
- mi sono iscritta anch'io su Facebook. Simpatico trabiccolo di cui non riesco ad apprezzare ancora, nella pratica, tutte le potenzialità ...

Fine degli aggiornamenti. Per ora. Perdonate lo stile sciatto e la scarsa originalità. Il mal di testa mi sta sconquassando il cervello e appiattendo l'umore.

Augh.

lunedì 3 settembre 2007

Come una bava di vento

Domenica sera, per la prima volta, ho preso uno dei nuovi Eurostar sulla linea Venezia-Milano. Ero in estasi: due ore e dieci soltanto!!! (Poi ho dovuto aspettare il bus 20 minuti, ma questa è tutta un'altra storia ...tutta un'altra azienda) ... insomma, due ore e dieci al posto di tre abbondanti sembrano niente. Dà quasi una certa ebbrezza non sentire pronunciare il nome di alcuna stazione a eccezione di Mestre, Padova e Milano centrale!
Però. C'è un però. Non è che voglio fare la pigna. E' che ho appena letto un articolo su Io Donna (tipica lettura da spiaggia :-): in Spagna è praticamente pronta la nuova linea Madrid-Barcellona. Due ore e venti minuti. Cento euro (andata e ritorno). Bene, penso io, più o meno come la Venezia-Milano ... Gnèèè! Errore! Continua a leggere l'articolo del settimanale, per piacere! ...mpf, continuo a leggerlo, uffi, va bene!
L'articolo dice più o meno "con i treni a percorrenza normale ci si mette cinque ore da Madrid a Barcellona" .... ah! Quindi con l'alta velocità ci si impiega meno della metà! .... Bella notizia ... il mio senso di compiacimento per il nuovo Eurostar si sta già attenuando: con la nuova linea "super veloce" si guadagna meno di un'ora, nel complesso ... continuo a leggere .... "entro poco tempo la Spagna avrà 1700 kilometri di rete ferroviaria ad alta velocità" ... Urca!!! ... "e l'Europa non è da meno, tanto che alcune compagnie aeree low cost hanno già smesso delle tratte a breve-medio termine perchè la gente, in Europa, tornerà a preferire la rotaia ai flap degli airbus".... mmmm..
..rimungino.... si parla di progetto europeo. E, come in tutte le cose, chi è che rischia di restarne fuori? Chi è che non è riuscito in tutto questo tempo a proporre un progetto valido e sostenibile? Qual è il Paese che rischia di "perdere il treno" se entro settembre non saprà proporre all'Unione un progetto definitivo per il Corridoio 5? Chi è che ha l'alta velocità sulla linea Firenze-Roma ma non la sfrutta appieno perchè non riesce ad aumentare il voltaggio e fornire la potenza energetica necessaria?
Indovinate ....
Intanto la gioia per l'Eurostar si è quasi tutta consumata. La prossima volta prendo un interregionale, così faccio un bel ripasso di toponomastica. Intanto comincio già, che il viaggio è lungo: Lambrate, Melzo, Treviglio, ... ciuff ciuff...