venerdì 18 maggio 2007

Come ti spiego l'inflazione. Ad Antrodoco

...meglio di un bignami, meglio della summa delle summe, mi pregio di riportare questa esemplare spiegazione della mia amica Maraia. Ha illuminato la mia mente ...


"Le cause dell'inflazione sono essenzialmente due: un eccesso della domanda rispetto all'offerta; un aumento dei costi.

Quando la domanda supera le capacità produttive del sistema (cioè, quando chiediamo più di quando chi produce può darci), il sistema reagisce con un adeguamento dei prezzi. Un esempio. Poniamo che ad Antrodoco (nella foto, ndr) ci sia un'economia chiusa (cioè senza scambi con l'estero, quindi con Rieti o con L'Aquila). Gli antrodocani - che, come si sa, sono gente resistente al colesterolo - amano molto il prosciutto. A causa di un improvviso aumento demografico (...) ne chiedono dieci tonnellate. L'apparato produttivo - cioè la premiata norcineria F.lli Donato - ne può produrre al massimo cinque tonnellate. La ditta reagirà all'assalto della domanda aumentando il costo di ogni chilo di prosciutto. Questo attiva la spirale dei prezzi che chiamasi inflazione.

Anche un aumento dei costi può causare inflazione. Un esempio. Arturo lavora nella premiata falegnameria Gastone di Antrodoco. Lui e i suoi colleghi comunisti chiedono un aumento di salario. La premiata falegnameria lo concede. Per continuare ad assicurarsi un profitto, l'azienda è costretta ad aumentare il prezzo del prodotto finito. L'aumento del costo dei fattori produttivi (in questo caso, del fattore produttivo "manodopera") causa un aumento del prezzo del prodotto finito, per acquistare il quale il consumatore avrà bisogno di più soldi. Quindi, il consumatore - che è Clelia, la moglie di Arturo - chiederà al suo datore di lavoro un adeguamento salariale (cioè più soldi). Per preservare il suo profitto, il datore di lavoro di Clelia - che fa la parrucchiera - aumenterà il prezzo delle prestazioni - non avete idea di quanto costi ad Antrodoco un taglio o una messa in piega! - e questo attiverà quella spirale prezzi-salari-prezzi che tanto fa incazzare il nostro comune amico Salvati.


L'inflazione si può combattere con una politica fiscale o monetaria restrittiva (quindi, abbattendo il potere d'acquisto dei consumatori: se devono pagare molte tasse o hanno poca moneta a disposizione, gli antrodocani non chiederanno mai dieci tonnellate di prosciutto e, quindi, non causeranno la spirale eccesso di domanda-aumento dei prezzi-inflazione di cui sopra) oppure con una politica dei redditi (se il datore di lavoro di Arturo o quello di Clelia non concedono gli aumenti, non parte la spirale salari-prezzi-salari di cui sopra).

Mettiamo, invece, che Antrodoco abbia un'economia aperta. E che, quindi, abbia degli scambi con un comune limitrofo, Borgovelino. Antrodoco è famosa per l'ottimo gelato alle castagne. Ma - facciamo finta - non produce castagne. Le compra da Borgovelino. Se il costo delle castagne (fattore produttivo "materia prima") aumenta, Mariagrazia, che fa la gelataia, è costretta ad aumentare il prezzo del gelato. Questo indurrà i consumatori a chiedere un aumento del loro potere d'acquisto (e, quindi, del salario) per potersi permettere il gelato. I datori di lavoro di Arturo e Clelia, costretti a concedere l'aumento, dovranno aumentare il prezzo del prodotto finito per difendere il loro profitto. L'effetto sarà l'inflazione.

La svalutazione è un effetto dell'inflazione, non ne è la causa. Essa è data dallo scarto fra l'inflazione italiana e quella di un altro Paese. Quindi, è legata al cambio.

That's all, folks. Saluti, Maraia "

venerdì 11 maggio 2007

si informa la gentile clientela ...

Ultimo giorno di "scuola". Niente gavettoni però. Solo un brindisi, baci e abbracci.
Non gliene fregherà a nessuno ... volevo solo avvisare che non so quando e quanto spesso aggiornerò la baracca (non che fino ad ora mi fossi procurata i calli sulle dita per scrivere qui...)

Tutto questo perchè da lunedì iniziano "gli esami", e non saremo più qui all'uni ogni giorno. E, soprattutto, io non ho internet a casa (sigh, sob). Però in un modo o nell'altro questo gabbiotto andrà avanti ...

vale vobis, in the meantime.
augh.

mercoledì 9 maggio 2007

Rosso Pechino

Oggi siamo in prima pagina. Di spalla, sulla Stampa. Titolo: “Treviso vieta le lanterne rosse”. Firma: Ferdinando Camon. Che attacca così:

Treviso ha dato dieci giorni di tempo ai ristoranti cinesi per togliere dai loro ingressi le lanterne rosse (…) E il prosindaco Genitlini: “Treviso è una città veneta e padana, non orientale” (…)

Il pezzo prosegue all’interno. Pagina trentacinque. Decanta l’ordine e la pulizia della città, ottenuta con un rigore che sa di imposizione militaresca per correggere i comportamenti dei cittadini. Risultato: Treviso brilla, le altre città, a iniziare da Padova, ma sono citate anche Firenze e Roma, sono sporche e puzzano. Però, c’è un però, per Camon:

il punto debole di questo sistema è la tradizione. Tradizione vuol dire che quello che saremo domani deve derivare da quello che siamo oggi. Un bel problema. L’ordine e il decoro regnano a Treviso, e non sono cose da poco. (…) (ma) non puoi avere lavoratori islamici e impedire che vestano, uomini e donne, all’islamica. (…) I ristoranti cinesi a Treviso sono tre: “Bambù”, “Grande muraglia” e “Nuova Cina”. Fuori hanno le lanterne rosse, e nell’atrio leoni e draghi. Anche questi saranno proibiti, l’ordinanza è già pronta. Si de-orientalizza l’ingresso, poi l’atrio, ma l’ideale sarebbe venetizzare anche la cucina: e negli involtini primavera avvolgere radicchio trevigiano. (…) Nel caos multietnico del Nord-Est, Treviso vuol conservare la purezza razziale e presentarsi al mondo come una nuova Sparta.

Ora, vabbè che Genty è un tipo sui generis, ce lo teniamo e a volte fa pure tenerezza.

E io devo ancora verificare questa cosa delle lanterne rosse. Ma leggendo il finale mi sorge uno spontaneo: “Eh?!” … di cui lo smile corrispondente è :-@

Ai blogger l’ardua sentenza …

Augh.


Aggiornamento dell'11 maggio: ho trovato questo articolo del Gazzettino (7 maggio) e questo articolo della Tribuna (8 maggio) in rete ... sembrerebbe vero, con le dovute precisazioni "amministrative" ... vediamo come andrà a finire ...