Sarò banale. Sarà un fatto insignificante, forse retorico. Però sono quei dettagli che ti rimangono impressi nel flusso continuo delle cose che ti passano davanti.
Domenica pomeriggio. Stazione di Bologna. Devo aspettare mezz'ora prima che arrivi l'Eurostar per Milano. Non ci sono panchine sul binario, allora vado in sala d'attesa. Piena. Fortuna che c'è l'aria condizionata. Al muro una mostra fotografica temporanea: migliaia di volti, con sotto una didascalia sempre diversa. E poi c'è sempre quella lapide, fissa. Quella con i nomi di tutte le vittime dell'attentato. Per terra, sopra il metro quadro di vecchio pavimento a mosaico che porta ancora i segni dell'esplosione, un mazzo di due-tre rose ormai sgualcite. E un post-it. Mi colpisce perchè la grafia morbida e rotonda rivela una mano giovane, femminile. Magari una parente di una qualche vittima. O forse no...
"Per chi sarebbe dovuto diventare adulto ... e non ha potuto farlo.
Per chi avrebbe dovuto scoprire l'amore. E non ha potuto farlo.
Per chi sarebbe potuto diventare mamma o papà ... e non ha potuto vedere il suo bambino.
Per chi sarebbe dovuto diventare nonnno o nonna ... e non ha mai visto il suo nipotino.
Per voi".
martedì 26 giugno 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Anche io avevo notato questa cosa alla Stazione. Potevi farmi un fischio, visto che eri a Bo.
baci
hai ragione Albs. Un po' nn ci ho pensato, un po' ero stanchissima quel giorno. Bologna è stata solo una "stazione di transito" dopo un battesimo a San Giovanni in Persiceto che si è risolto in una calda giornata campestre e un lauto banchetto :-)
...mmm..controllando ora la rubrica scopro inoltre che nn ho nemmeno il tuo num memorizzato ... sarà x la prox volta :-P
quanto alla sala d'attesa, ci ero già capitata un'altra volta ... mi fa sempre un effetto strano, nonostante la nostra generazione non abbia vissuto quel periodo...
Posta un commento