venerdì 27 aprile 2007

il senso del limite e "l'horror vacui"

"L'idea di riuscire a diradare il tempo, allungandolo come una sfoglia o strizzandolo in pseudo-pillole di tempo più dense del tempo reale, è l'ultimo espediente per evitare di fare i conti con il vero e proprio tabù della nostra società: il concetto di limite. Pur di non affrontarlo, pur di non essere costretti a scegliere quel numero ahimè limitato di oggetti, attività, esperienze che la vita umana consente, fingiamo che sia possibile miniaturizzare tutto per poi stiparlo a dismisura in quella stiva di relativa capienza che è l'uomo-consumatore. (...)
Piuttosto che miniaturizzare gli impegni (...), è ovvio che, oltre un certo limite, è necessario diradarli.
Ma diradarli vorrebbe dire scegliere,e scegliere vuol dire rinunciare, vuol dire sottrarre. Quest'ultimo pezzo fa letteralmente orrore al PND (pensiero nevrotico dominante), al quale la sottrazione di qualcosa non riesce mai ad apparire un arricchimento salutare.
La sottrazione è vista come una sconfitta e quasi un'onta, la rinuncia di qualcosa in favore di qualcos'altro appare un'amputazione di quella presunzione di onnipotenza individuale che è il motore segreto della società dei consumi. (...)
Lo spazio indeformabile di una casa assomiglia molto allo spazio indeformabile del tempo. Non possiamo gravarlo di troppe occasioni e appuntamenti senza farlo collassare, collassando noi stessi. (...)
...il solo rimedio possibile è anche, purtroppo, il meno praticato e forse il meno praticabile, perchè abbiamo introiettato il tabù sociale di cui sopra: levare, snellire, sottrarre, diminuire, sono operazioni che ci fanno sentire diverrssi e colpevoli, in un mondo che venera il segno "più" come un totem, che è costretto ogni anno a fare il conto con incrementi, aumenti, accelerazioni, e si fa prendere dal panico se si accorge di non essere "cresciuto" abbastanza.
Accade così che il vuoto (lo spazio vuoto, il tempo vuoto) diventi il bene più raro, e insieme l'oggetto più misterioso. Un vero e proprio horror vacui attanaglia il nostro mondo, il barocchismo dei consumi ci abitua a considerare malamente ogni ora non dedicata, ogni luogo non segnato dal mercato. (...)
La sola maniera di fare meglio le cose è farne di meno, e farle dilatando il tempo e lo spazio mentale messi a disposizione per ciascuno di queste cose. Il resto è illusionismo, e peggio è ricatto morale per farci sentire all'altezza della sfida già perduta, quella contro il senso del limite."


Michele Serra
(foto)
copiato dalla Domenica di Repubblica del 22 aprile. Pagina 49.

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