sabato 1 novembre 2008

E io c'ero

Giornalisti, l'esame va storto,
maratona di 12 ore per i candidati

ROMA - Da trionfo della tecnologia a vero e proprio incubo. La 96° sessione degli esami professionali da giornalista i 522 partecipanti la ricorderanno a lungo. Una maratona lunga più di 12 ore che a messo a dura prova i nervi di esaminandi e commissione esaminatrice. Tutta colpa di una partita di pen drive difettose che ha mandato in panne il sistema elaborato dall'Ordine nazionale per lo svolgimento della prova. Il sistema. Eppure le premesse erano delle migliori. Per la seconda volta (dopo la sessione del 26 settembre) l'esame scritto per l'accesso alla professione (che si tiene all'hotel Ergife di Roma), si svolgeva con normali pc. Dopo la svolta che ha mandato in pensione le macchina per scrivere, utilizzate fino ad aprile. Il nuovo sistema elaborato dall'Ordine, infatti, consente a ciascun partecipante di utilizzare il proprio computer. Grazie a un programma (su un cd fornito al momento dell'esame), che azzera la memoria del pc e permette solo di scrivere, salvando su una penna usb, che ciascun candidato riceve insieme al cd. In pratica un elementare programma di videoscrittura che esclude qualsiasi aiuto per l'esaminando. Un sistema testato nella sessione precedente (la 95° con 197 partecipanti) e durante il corso di Fiuggi (di preparazione all'esame) senza alcun problema. Problemi tecnici. Qualcosa però ieri è andato storto. Gli oltre 500 candidati hanno iniziato la loro prova alle 12.40, dopo le normali procedure di riconoscimento e selezione delle tracce, rese un po' più lunghe (la convocazione era fissata alle 9) dalle operazioni di configurazione dei pc (con diverse macchine sostituite dai tecnici presenti). Da quel momento, con tutti i partecipanti nelle condizioni di poter iniziare sono scattate le sei ore. Termine massimo alle 18.40. Al momento della consegna sono iniziati i problemi. Quando i primi candidati hanno terminato le loro prove e hanno portato le penne usb al banco della commissione per la stampa hanno fatto un'amara scoperta. La memoria portatile in diversi casi era vuota. Nessuna traccia dell'elaborato. Lavoro perso e tutto da rifare, visto che sul computer non era possibile recuperare nulla. Con i numerosi tecnici in sala impotenti.


Panico in sala. La paura si è diffusa rapidamente. E a nulla sono valse le rassicurazioni dei commissari. Il rischio di perdere tutto il proprio lavoro ha avuto la meglio. Impossibile prevedere quante e quali fossero le penne usb difettose. Qualcuno ha alzato la voce, altri hanno lamentato piccoli malori. I più non sapevano cosa fare. E a quel punto la prova che doveva sancire un definitivo sorpasso tecnologico, si è risolta con il trionfo della cara vecchia penna. Come consigliato dalla commissione la maggior parte dei candidati ha dovuto ricopiare il proprio elaborato a mano. L'unica modalità possibile per salvare il proprio lavoro se al momento della stampa qualcosa fosse andato storto. Maratona di 12 ore. Operazioni che hanno prolungato non poco la durata complessiva della prova. Almeno la metà dei candidati, che non si rassegnavano a copiare a mano il proprio lavoro, si sono messi pazientemente in fila con il plotoncino di tecnici che scattava da un computer all'altro per tentare una procedura d'emergenza (non sempre efficace). Agli altri è toccato dopo quasi dieci ore di permanenza in sala, armarsi di tanta pazienza e ricopiare il proprio lavoro. Prima di conoscere il verdetto della stampante. Qualcuno alla fine ha dovuto consegnare il lavoro scritto a mano, alla maggior parte la stampa è andata bene. Per tutti il carico di tensione aggiuntiva è stato notevole. Quando l'ultimo candidato ha consegnato la prova erano ampiamente trascorse più di 12 ore dal momento del suo arrivo all'Ergife. Le scuse dell'Ordine. Le facce di quanti uscivano alle dieci di sera, con parenti in attesa o treni saltati, la dicevano lunga sull'umore complessivo. Per tutti le rassicurazioni e la massima comprensione della commissione per le condizioni di lavoro "surreali". Si saranno consolati oggi, forse, con la mail di scuse recapitata a tutti dal segretario dell'ordine Enzo Iacopino. Il primo deluso per una giornata "che avrebbe voluto diversa". Su questo sicuramente gli oltre 500 aspiranti giornalisti non possono che essere d'accordo con lui.

da repubblica.it

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