E pensare che ieri sera volevo spaparanzarmi in poltrona e vedermi Cars in dvd. Invece sono rimasta incollata su Raitre a sentire Riccardo Iacona. W l'Italia in diretta. Sui buchi neri della giustizia calabrese. Perchè niente o quasi sembra cambiato dopo l'omicidio, il 16 ottobre 2005, di Francesco Fortugno.
La piazza di fronte al tribunale di Locri, una delle location della diretta, era vuota, nera, cupa, di fronte ai due maxischermi Rai, luminosi, troppo enormi per un pubblico che non c'era. Una scenografia scarna ma di un'efficacia spaventosa. Non voglio nè posso giudicare l'assenza di quel pubblico. Sulla rete in molti dicono che, più che menefreghismo, era paura. Per le ritorsioni della 'ndrangheta. Dietro agli schermi, la facciata del palazzo di giustizia riflette una luce soffusa, grigio-azzurra, a metà tra una quinta palladiana e un quadro di De Chirico. Davanti all'edificio, due berline nuove di palla, una dei carabinieri e una della polizia. "Ma è un falso. Qui non ci sono. Le hanno portate da Reggio per la diretta televisiva" dice Nicola Gratteri, sostituto procuratore di Reggio Calabria, uno dei massimi esperti di 'ndrangheta. Seduto insieme a Iacona nel mezzo della piazza vuota, su due sedie nere, scarne, ripiegabili, sole. Come la giustizia che non ha mezzi a sufficienza per combattere questa malavita.
E' in questi momenti che torna fuori quel sentimento un po' infantile (nel senso buono), quello che dentro ti fa urlare "da grande voglio essere come il mio papà/la mia mamma". Ecco, io "da grande" vorrei diventare come Iacona. O come la Gabanelli Non per la fama, ma per il modo serio e appassionato con cui producomo le loro inchieste. Quelle stesse inchieste che a volte mi spingono a girare canale da quanto fanno incazzare.
mercoledì 18 luglio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Se diventi come la Gabanelli ti sposo!
Uao! la mia prima proposta di matrimonio (anche se vincolata)!!! Fantastico!
Posta un commento