lunedì 8 settembre 2008

Requiem per un mocassino

Qualcuno dice che le coincidenze ("correspondances", in francese) non esistono.
Qualcuno dirà che è solo sfiga.
Qualcuno griderà che "non è un paese per gente onesta".

Fatto sta che Mister I., martedì scorso, ha lasciato Roma per la "sua" Milano. Lui è calabrese di nascita ma la Madunina gli ha stregato il cuore e ora non vuole più lasciarla. Dunque era più che contento di lasciare la Terronia incasinata della Capitale per tornare alla "Civiltà". E' partito con due borsoni più alti, larghi, grossi e pesanti di lui. Più il computer. Più lo zainetto da studente. L'emblema dell'essenzialità, insomma. Ad aiutarlo, il Signor M., facchino-per-una-mattina, che ha alterato i suoi bioritmi per accompagnarlo in stazione.


Sul treno, però, Mister I. ha trovato qualcuno di molto poco civile. Che deve aver approfittato di una delle soste dell'Eurostar a Firenze o forse a Bologna, dove il treno si ferma almeno dieci minuti. Con l'estro del mago Oudini e la forza di uno scaricatore di porto di lungo corso, ha "prelevato" uno dei mega-borsoni del milanese d'adozione.

Brutta storia, brutta storia. Soprattutto perchè dentro, oltre ai cd, ai dvd e ai ilbri, c'erano LE scarpe. Ovvero i mocassini. Che non sono scamosciati, ma di pelle e basta. Chissà se il ladro conoscerà la differenza. Chissà se apprezzerà anche la fattura "di quelle scarpe verdi fatte a mano che ce le avevo solo io".

A Mister I, dopo aver sporto la denuncia, non è rimasto che commentare: "Spero almeno che svengano per la puzza dei vestiti sporchi che c'avevo messo dentro".
Poi, per risollevare il suo animo e riportare il guardaroba a dimensioni decenti, si è dato allo shopping compulsivo nel quadrilatero della moda. Noblesse oblige.

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