(tratto da una storia vera ... dispiace sempre non avere una telecamera nascosta, in questi casi)
Prologo: mister I, ai saldi, ha comprato un paio di mocassini in pelle - che fanno molto dandy trentenne in carriera anche se lui ne ha solo 24 - un paio di nike bianche con striscia argentata (molto tamarra) sul tallone e, infine, un paio di scarpe che hanno un che di normale (per fortuna).
La scena: Interno, sera. Tra la camera da letto, il corridoio e la cucina. Luci e tv accese, finestre aperte sul caldo romano, nel parcheggio di fronte il solito traffico notturno di auto e trans. Ma ai due eroi protagonisti nn gliene frega nulla. Il punto è ben altro. E' la conoscenza intima della realtà del mondo. Che si traduce in una domanda pressante e ineludibile:
"Dove pensi di andare se non sai la differenza tra pelle e camoscio?", stride mister I. con tono di sufficienza ma pure abbastanza inquisitore, dopo un reiterato errore di definizione da parte del signor M.
"Non è un problema mio. Vivo bene lo stesso", ribatte il signor M., fiero della propria ignoranza.
"Ma tu non puoi non conoscere la differenza!!!! A Trebisacce (il suo luogo natìo in Calabria, ndr), a tutti i bambini, dagli uno ai cinque anni no, ma dai cinque ai dieci sì, si insegna a distinguere i due materiali. Mio nonno era comunista ma sapeva vestirsi bene, con classe".
"Ma che educazione danno ai bambini in quel borgo sperduto? E cosa c'entra il comunismo? Comunque è una cosa che non mi interessa e quindi non ritengo necessario imparare la differenza", replica il signor M, placido.
"Ma come?!?!" - lo interrompe furente mister I. - "E' come non sapere la differenza tra un merlot e .."
"Calma, calma ... il vino mi interessa molto. Per cui so distinguerle i vari tipi"
"Ma non puoi non conoscere l'abisso che passa tra un mocassino in pelle e uno scamosciato! Anche se non ti interessa. E' una questione di cultura. E' l'essenza stessa della letteratura. Nelle piccole cose si riflettono le grandi questioni culturali. Come farai a farlo sentire a un tuo lettore se non sei in grado di capire la differenza tra scarpa in pelle e scarpa scamosciata?"
La conversazione si fa sempre più scottante ...
"Fa come credi. Per me è solo una mera distinzione tra forma e sostanza. La tua è solo una superficiale questione formale ... se ne avrò bisogno, imparerò la differenza. Non basterebbe una vita per imparare tutte le cose che vorrei, quindi devo selezionare per forza", afferma il signor M, fiero di sapere di non sapere.
Il dialogo prosegue per una buona mezz'ora, spezzettato in vari round interrotti da pause di silenzio in cui i due contendenti riorganizzano le idee e cercano nuove argomentazioni.
Alla fine mister I., forte della propria superiorità culturale in materia di calzature, decide che non vale la pena spendere ulteriore fiato ed energie per alfabetizzare questo, a suo dire, energumeno ignorante che condivide la stanza con lui. E si ritira, stizzito, nella suo giaciglio-torre d'avorio, per continuare la lettura di un romanzo di "uno dei tre più grandi autori ebrei della letteratura americana". L'opera di evangelizzazione può attendere.
Il signor M.,invece, finalmente lasciato in pace, può sgrufolare a piacimento, in cucina, nella terrina salutista di rucola-pomodoro-mais che aveva poc'anzi preparato.
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